mercoledì, giugno 14, 2006

Weather Report

Facciamo un attimo il punto della situazione.
Nelle scorse settimane sono accaduti fatti di sangue piuttosto significativi.

1) A Quarto (Napoli), nella notte tra venerdì 2 giugno e sabato 3 giugno, uomini a bordo di uno scooter hanno assassinato Giuseppe Iadonisi, ferendone la figlia di 11 anni, dinanzi agli occhi atterriti di moglie ed altri due figli. Esecuzione camorristica, probabilmente legata al riassetto della nuova mafia flegrea.

2) Ad Arzano (Napoli), sabato 3 giugno, è stato messo in scena un agguato paragonabile a quelli che accadono quotidianamente nelle zone di guerra sparse per il mondo: quattro killer, a bordo di un'automobile, hanno inseguito Ciro e Domenico Girardi e relativa scorta, esplodendo quasi un centinaio di colpi di kalashnikov. Il tutto, naturalmente, in luogo pubblico. Le due vittime erano boss rampanti della zona, sgraditi sia ai Di Lauro sia ai Moccia.

3) A Briatico (Vibo Valentia), domenica 11 giugno, i Carabinieri hanno rinvenuto il corpo carbonizzato di Fedele Scarcella, imprenditore di 71 anni che nel 1998 decise di denunciare i suoi estorsori e successivamente divenne attivista anti-racket. La vendetta è un piatto che si consuma freddo, evidentemente.

4) A Paternò (Catania), domenica 11 giugno, due sicari hanno massacrato a colpi di pistola Roberto Faro e Giuseppe Salvia. Gravemente ferito il figlio di quest'ultimo, Alessio, 7 anni, che attualmente è in condizione di coma farmacologico e fortunatamente in miglioramento.

A fare da contorno, tre episodi a caso scelti all'istante: la scarcerazione del boss Vincenzo di Lauro per un banale errore (nell'ordinanza di custodia cautelare mancava una pagina, incastratasi nella fotocopiatrice); la manifestazione a Piazza Carità (Napoli) del Centro per i Diritti del Cittadino, perché secondo la Confesercenti sembra che il pizzo per un negozio vada dai 250 ai 1500 euro al mese, mentre per un cantiere edile, altro ambiente in cui la criminalità organizzata ha imposto la sua "protezione", la somma oscilla tra i 20mila ed i 30mila euro al mese [...] 160mila i commercianti campani, colpiti dalle richieste di pizzo; 150mila quelli usurati, per un giro d'affari di 18 miliardi di euro nella sola Campania; l'arresto di esponenti della "Mafia del Gargano", accusati di aver condizionato il sistema dell'assegnazione degli appalti pubblici nel foggiano, finanziati con i fondi del Giubileo e del terremoto del 2002.

Ogni tanto il mainstream informativo parla di "emergenza mafia": per alcuni giorni si susseguono le solite opinioni dei soliti opinionisti, le solite interviste ai soliti uomini di giustizia, i soliti retroscena dei soliti episodi. Poi il circo si trasferisce in un'altra città, alla ricerca di notizie in grado di catalizzare meglio l'audience.
Il problema sorge quando ci si accorge che nel mondo odierno un fatto sembra esistere solo in relazione ad un servizio giornalistico: e così, come effetto collaterale, si alimenta ad esempio l'impressione che la criminalità organizzata funzioni e colpisca a ritmo alternato, con pause più o meno lunghe tra un delitto e l'altro; si alimenta la disinformazione su una questione cruciale della vita degli italiani, che ne investe gli aspetti sociali, culturali, politici e financo economici.