CITTA’ DEL VATICANO. Altolà vaticano alla ricerca sulle staminali. «Scomunica» per chi pratica l’aborto, ma anche per chi fa sperimentazioni sulle cellule embrionali. E pure in questo caso la scomunica colpisce «la donna, i medici, i ricercatori». Niente comunione, poi, per i politici cattolici che approvino leggi contrarie alla vita. A pochi giorni dal viaggio del Papa a Valencia per il quinto incontro mondiale delle famiglie cattoliche, il cardinale Alfonso Lopez Trujillo presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, annuncia la linea dura della Santa Sede, suscitando polemiche anche nel mondo cattolico per la durezza dei toni. Senza alcuna diplomazia, il porporato fissa in un’intervista a «Famiglia cristiana» (il settimanale edito dalla casa editrice che pubblica i testi di Benedetto XVI) le direttive su cui si muoverà il Vaticano sulle materie più spinose. Inoltre il «ministro della famiglia» d’Oltretevere ipotizza che la Chiesa possa essere portata «davanti a qualche Corte internazionale» per la sua difesa della famiglia e della vita, «se si ascoltassero le istanze più radicali».
Ammonendo i politici «credenti» a non votare leggi che contraddicano la dottrina della Chiesa sulla vita, lo stretto collaboratore del Pontefice spiega che sarebbe «lieto» di incontrare Rosy Bindi, cattolica dell’Unione, titolare in Italia del neocostituito dicastero della Famiglia. Trujillo parte dall’argomentazione che oggi alcuni «delitti» stanno «diventando diritti» e che ciò «sta accadendo con l’aborto»: «La vita non è più sacra, intoccabile, ma è diventata cosa flessibile nelle mani dell’uomo, che può decidere addirittura quando comincia e quando finisce». Alla domanda se ci sia ancora la scomunica per l’aborto il porporato conferma di sì: «Colpisce la madre, il medico, gli infermieri, il padre se è d’accordo».
La stessa cosa vale per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. «È la stessa cosa. Distruggere l’embrione equivale all’aborto. E la scomunica vale per la donna, i medici, i ricercatori che eliminano l’embrione». I «politici che approvano le leggi», «se sono credenti devono dimostrare la coerenza con i loro atti. Perciò «se approvano leggi inique e ingiuste che distruggono l’uomo e vanno contro Dio, va fatta una riflessione, perchè essi non potrebbero accostarsi all’Eucaristia».
Il presidente del dicastero per la Famiglia riferisce che in Vaticano si teme «soprattutto che, di fronte alle legislazioni attuali, parlare di difesa della vita e dei diritti della famiglia stia diventando in alcune società una sorta di delitto contro lo Stato, una forma di disobbedienza al governo, una discriminazione contro le donne» per cui la Chiesa potrebbe finire davanti a qualche «Corte internazionale». Non nuovo a toni decisi, come è stato nel recente e discusso documento del suo dicastero su «Famiglia e procreazione umana», il cardinale afferma che gli è stato «chiesto espressamente dal Papa di spiegare ai parlamentari la protezione della vita e della famiglia».
Nell’elenco dei Paesi che avrebbero «sbaragliato tutta la giurisprudenza naturale» su famiglia e vita il cardinale inserisce «non solo la Spagna, anche il Belgio, l’Olanda, i Paesi nordici, la Francia». Pur consapevole del fatto che «il dibattito sull’embrione ha radicalizzato lo scontro un po’ ovunque» Lopez Trujillo puntualizza che «la Chiesa non ha alcuna intenzione di avviare scontri di civiltà, né di ferire alcuno. «Poniamo un problema ai parlamenti di tutto il mondo - rimarca -. Queste leggi si occupano del bene comune collettivo, oppure si tratta soltanto di favorire gli interessi di pochi?». Immediate le reazioni della comunità scientifica. «Neanche la scomunica può fermare la ricerca - replica il professor Giuseppe Novelli, genetista dell’università di Roma, in prima linea sul fronte delle staminali -. La scienza non verrà bloccata da questi aut-aut: la biologia e la medicina vanno in una direzione diversa rispetto a quella della Chiesa. D’altronde, se pensiamo che abbiamo atteso 500 anni perché fosse riabilitato Galileo...». La vita accade, sostiene Craig Venter, il padre del sequenziamento del genoma umano, cioè «la vita non sta certo ad ascoltare i problemi etici». «Invece di lanciare scomuniche, bisogna cercare terreni condivisi, non contrasti», commenta lo scienziato Ignazio Marino, chirurgo e presidente della commissione Sanità al Senato. |