giovedì, novembre 24, 2005

O.C.O.

E' nato, ospitato dal portale di tigiemmeonline (famosa rivista di videogiochi italiana), un forum interamente dedicato alle mafie italiane. L'area è raggiungibile puntando i propri browser al seguente url: http://forum.tgmonline.it/forum/index.php?t=msg&th=267733&start=0&rid=322

Ne riporto il manifesto.

Osservatorio sulla criminalità organizzata
Un uomo, noto esponente politico regionale, una soleggiata domenica mattina meridionale si reca alle urne per mettere in pratica una consuetudine fondamentale in ogni Paese democratico: esercitare il proprio voto. Resta a chiacchierare con amici di vecchia data di fronte al seggio. Un giovane dal passo svelto, intabarrato e incappucciato in modo tale da rendersi irriconoscibile, gli si avvicina, e senza proferire parola o cedere a tentennamenti preme il grilletto per cinque volte. L'esecuzione si svolge in pubblico, in pieno giorno, tra astanti dall'aria attonita e dallo sguardo inebetito per la disumanità dell'atto.
Una ragazzina, quattordicenne dall'espressione sorridente, si intrattiene con compagne un sabato sera qualunque nei pressi del portone di casa sua. Poco distante, sicari preparano un agguato a un diciannovenne facente parte di una famiglia di spicco nella zona. Destino vuole che, al momento della sparatoria, la preda si faccia scudo con la piccola adolescente, rispondendo al fuoco, e, nell'agitazione del momento, colpendo a morte la malcapitata. Al processo tre testimoni chiave ritrattano durante la deposizione: il colpevole non può essere inchiodato, giustizia potrebbe non essere fatta.

Storie come le due sopracitate abbondano in quella parte d'Italia tenuta in ostaggio dalla criminalità organizzata. Mafia, Camorra, 'ndrangheta, Sacra Corona Unita: nomi diversi per indicare istituzioni che non perseguono altro fine dall'arricchirsi e assoggettare chiunque. Mali talvolta antichi quanto il Regno delle due Sicilie, così radicati in certi strati sociali da essersi sostituiti allo Stato italiano, alla legge, alla civiltà. Mali che si insinuano nei gangli meno tutelati per divorare la collettività dall'interno.

Le conseguenze economiche e sociali sono ingentissime: molti esperti concordano nell'affermare che, senza il giogo dei boss, il Meridione colmerebbe il suo gap finanziario col resto della penisola in un ventennio scarso; la sola 'ndrangheta, la più potente tra le mafie odierne, gestisce un giro d'affari annuo di 35 miliardi di euro: si consideri che la legge Finanziaria per il 2006 è una manovra da 20 miliardi di euro, e si facciano due conti; intere generazioni di individui non conoscono cosa significhi vivere nella legalità, perché non ne hanno mai avuto a che fare se non con le manette ai polsi; ovunque, nel migliore dei casi, vige disillusione e sconcerto: nel peggiore, scegli di fare la sentinella per 400 euro alla settimana, e se "'e gguardie" ti sbattono dentro non devi preoccuparti per la tua famiglia, a mantenerla ci pensa il clan.

Per tali e per mille altre ragioni è doveroso tenere in seria considerazione il problema. Vorrei un forum nel quale fioriscano approfondimenti sull'argomento. Conoscere il fenomeno vuol dire conoscere una parte considerevole della nostra nazione, della nostra cultura, della nostra storia. Vuol dire essere degli elettori consapevoli di certe dinamiche sociali, o più semplicemente, vuol dire essere informati.

venerdì, novembre 18, 2005

Rettifica

da www.miur.it

L'insegnamento della religione cattolica non è obbligatorio
La risposta del Ministero al documento della Cgil sul II ciclo


In riferimento al comunicato stampa sul decreto legislativo del II ciclo a firma del segretario generale della Federazione dei lavoratori della conoscenza Cgil, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca precisa quanto segue:

INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA - Non è vero che "ciò che è facoltativo diventa obbligatorio". Nulla è cambiato, infatti, per quanto riguarda l'insegnamento della religione cattolica e delle attività alternative. L'insegnamento della religione cattolica diventa, però, obbligatorio nel momento in cui lo studente abbia operato la scelta in tale direzione, come accadeva prima della riforma.
La mancata fruizione dell'insegnamento della religione, come nel passato, non viene considerata assenza dalle lezioni per coloro che non intendono avvalersene. Il tetto del 25% di assenze del monte ore obbligatorio annuale, in questo caso, prescinde pertanto dalla quota prevista sia per la religione sia, in caso di esonero, per le scienze motorie e sportive.

[...]

giovedì, novembre 17, 2005

Riforme

Decreto legislativo 17 ottobre 2005
Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni sul secondo
ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28 marzo
2003, n.53.

[...]

Articolo 3
(Attività educative e didattiche)

1. Al fine di garantire l’esercizio del diritto dovere di cui all’articolo 1, comma 1, l’orario annuale delle lezioni nei percorsi liceali, comprensivo della quota riservata alle Regioni, alle istituzioni scolastiche autonome ed all’insegnamento della religione cattolica in conformità all’Accordo che apporta modifiche al Concordato Lateranense e al relativo Protocollo addizionale reso esecutivo con legge 25 marzo 1985, n.121, ed alle conseguenti intese, è articolato in attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti, attività e insegnamenti obbligatori di indirizzo, attività e insegnamenti obbligatori a scelta dello studente, fatto salvo quanto previsto dal comma 4, e attività e insegnamenti facoltativi, secondo quanto previsto agli articoli da 4 a 11.

Articolo 18

(Livelli essenziali dei percorsi)

1. Allo scopo di realizzare il profilo educativo, culturale e professionale di cui all’articolo 1 comma 5 le Regioni assicurano, quali livelli essenziali dei percorsi:

[...]

c) l’insegnamento della religione cattolica come previsto dall’Accordo che apporta modifiche al Concordato lateranense e al relativo protocollo addizionale, reso esecutivo con legge 25 marzo 1985, n.121, e dalle conseguenti intese, e delle attività fisiche e motorie;

domenica, novembre 06, 2005

Dubbi

Oggetto: non so a chi concedere il mio voto alle prossime elezioni. So però dove volge il mio sguardo: verso il centro sinistra. Spiego perché.

CDL. Lo schieramento che avrebbe dovuto rivoluzionare l'Italia, proiettarla verso un sano liberismo ha fallito molti dei propri obiettivi. Troppi sono i motivi di contrasto, primo fra tutti una blanda sensibilità nei confronti della legalità.
LegaNord, nonostante il suo 4% scarso, a mio avviso ha saputo soddisfare meglio di altri il suo elettorato, portando a casa manovre importanti come la devolution (a meno di colpi di scena all'ultimo atto), cambiando assetto istituzionale del Paese. Il motivo per cui non la voto dovrebbe apparire ovvio: sono contrario alla sua attitudine populista, che non guarda al di là del proprio intorno di esistenza.
Alleanza Nazionale non si è distinta come avrebbe dovuto in questi anni di governo. Ha brillato più per iniziative personali (come quelle di Fisichella, riguardanti sempre la devolution; oppure come quelle di Fini, ad esempio a proposito del voto amministrativo agli immigrati) che per un effettivo programma unitario. Si ricordi il terremoto di giugno, il quale ha rischiato di provocare un gigantesco scisma.
Da segnalare in positivo le inchieste sugli sprechi e sulle clientele dell'amministrazione regionale campana.
La candidatura a premier di Gianfranco Fini è sicuramente motivo di fiducia verso un personaggio solido e meritevole della politica italiana. Ma non mi basta.
Forza Italia, la "base" di Berlusconi, si proponeva come fucina degli uomini del cambiamento. In realtà si è dimostrata un impianto di riciclaggio e/o il parcheggio di molti politici hobbysti, e per tale ragione l'ho scartata quasi subito.
L'UDC ha buttato giù un governo, sta cavalcando l'onda di un vago revival cattolico e centrista, però oltre agli invocati "segnali di discontinuità" e ad un certo opportunismo mi sembra vi sia poca sostanza.

Passo all'altro lato della barricata.

UDEUR, la casa dei mastelliani. Voce del sud. O, per meglio dire, voce dei furbi del sud. Un partito che si regge in piedi grazie alle proprie clientele e grazie alla bramosia del Grande Centro, patria del compromesso e dell'immobilità.
La Margherita, partito a metà tra spinte centripete e desideri riformisti sinistrorsi, si è distinta per un'"opposizione intransigente", scriteriata per ciò che concerne l'opposizione, intransigente lo saprà solo Rutelli. Salverei Parisi, autentico stratega e cavallo di razza. Non ho digerito l'astensionismo referendario, che per me è una ferita ancora aperta.
I Verdi, con la loro retorica che raramente reca con sé dei contenuti concreti, appartengono a quella tradizione delle "poche idee ma ben confuse". A livello teorico, è un'ottima cosa porre ragioni ambientaliste nella politica, ma i Verdi, a mio avviso, non hanno saputo tradurre a livello pratico tale progetto, crogiolandosi nella demagogia.
Rifondazione Comunista, dopo la batosta alle primarie di Bertinotti, continua a parlare di rivoluzione, di ritorno alle vecchie ideologie, ai vecchi partiti. Confido nell'intelligenza di Fausto, ma l'ambiguità per ciò che concerne i fatti di Bologna e i pericolosi colpi di testa di cui si è distinto (il più grave nel 1998), oltre ad altri fatti di non minore gravità (come la proposta di chiudere i Cpt) mi inducono a non concedergli fiducia.

Chi rimane? SDI, Comunisti Italiani, Radicali, Democratici di Sinistra, e il progetto prodiano.
Scartando SDI e PDCI al volo, rimangono gli ultimi tre.

Ideologicamente mi sento molto vicino ai radicali: liberista, liberale, libertario. Ovverosia: nessuna ingerenza cattolica negli affari dell'esecutivo, ricerca scientifica priva di vincoli etici irrazionali, contrarietà ad un ritiro repentino delle truppe italiane in Iraq (meglio una "calendarizzazione", come sembra volerla intendere anche Prodi). Mi lascia però titubante la spasmodica richiesta dell'amnistia. E mi perplime l'alleanza con i socialisti. Inoltre, Marco Pannella e i suoi spesso rimangono isolati all'interno del panorama politico nostrano. Una voce fuori dal coro, con idee ed ideali non poi così tanto innovativi.

Dunque, dovrei affidarmi ai DS e a Prodi. Anzi, al progetto Prodiano, che non coinvolge soltanto i democratici di sinistra, ma l'intero centrosinistra. In cantiere sicuramente v'è un qualcosa di grandioso: un partito da dieci milioni di voti. Il trionfo del bipolarismo, insomma. Un percorso lunghissimo e irto di ostacoli (lo stesso Prodi riconosce che sarebbero necessari almeno 5 anni dell'Unione prima di vedere risultati concreti), mi di sicuro interessante ed entusiasmante, secondo me. Ma anche qui non mancano le note negative: e se nascesse una coalizione ostaggio dei partiti? E se ci si trovasse di nuovo all'ingovernabilità?

Quel che mi auspico è una "terza via" all'italiana. Una politica energetica coscienziosa (leggasi: maggiore spazio alle fonti alternative e rinnovabili in tempi compatibili con il consumo, magari prendendo spunto dalla famosa "ordenanza solar" spagnola); una seria rivalutazione del nucleare (e già qui arrivano le prime delusioni dal Professore: ha riconfermato la sua contrarietà alle centrali); maggiore tutela del lavoro dipendente; riabilitazione dell'istruzione e della ricerca; lotta agli sprechi, alle clientele, alle commissioni, alle amministrazioni mangiasoldi; affermazione della legalità attraverso la persecuzione dell'evasione fiscale e della criminalità organizzata; concessione del diritto di voto amministrativo agli immigrati regolari; riduzione del gap finanziario tra settentrione e meridione (con un avanzamento del sud, ovviamente :D). Il tutto con un (bel) po' di Zapaterismo, specialmente per ciò che concerne la concretezza.

Se ne riparlerà a gennaio.

Chiedo venia per l'eventuale parzialità con cui ho trattato i fatti: questo è un discorso molto soggettivo.

venerdì, novembre 04, 2005

Stream of consciousness

Puzzle Bobble mi ha sempre attratto, tanto da spingermi a scaricarne una versione Java J2ME per cellulare. Tale release si differenzia dalle altre per un solo, importantissimo, particolare: non esistono stage diversi, ma un unico quadro. L'avanzamento si riduce ad accumulare punti, così da far scattare il livello successivo.
PB, a mio avviso, è mimesis biu, nella sostanza: attraverso una semplice logica di gioco, riesce ad imitare certi aspetti del funzionamento della vita reale meglio di molti altri titoli. Come tutti ben saprete, scopo del videogame è far scoppiare gruppi di palline rendendole contigue, mentre altre se ne aggiungono ad intervalli di tempo regolari. La longevità di una partita è direttamente proporzionale alla propria capacità di pianificazione: se si agisce in modo tale da garantirsi una sopravvivenza a lungo termine, allora si accumuleranno più punti. Se si vuole, si può intravedere anche una sfumatura didattica nel gameplay.
Non esistono medikit, punti di salvataggio, eventi risanatori, colpi di spugna: esistono capacità fisiche (il colpo d'occhio) e capacità intellettuali (la tattica), finalizzate a fronteggiare e a rendere favorevoli le condizioni ambientali (la configurazione di sferette). L'analogia con Tetris è d'obbligo. Forse, per questioni storiche, avrei dovuto invertire l'ordine dei titoli, ma il discorso sarebbe rimasto inalterato.